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Isaac Asimov e il futuro immaginato che diventa reale

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Scritto da Massimo
Categoria: Libri e film
Pubblicato: 27 Maggio 2025
Visite: 1

Isaac Asimov è uno degli scrittori di fantascienza più noti e più apprezzati, e negli ultimi anni alcune sue intuizioni sono diventate realtà dando alle sue opere un fascino rinnovato.

Nato in Russia a Petrovichi, paesino prossimo al confine con la Bielorussia, nel 1920, da due mugnai ebrei, all’età di tre anni si trasferì, al seguito della famiglia, negli USA, di cui divenne cittadino nel 1928. Non fu mai religioso, e si dichiarò sempre ateo e umanista, non essendo comunque stato educato dai suoi genitori alla religione ebraica, di cui ebbe comunque sempre curiosità.

Studiò e si laureò nel 1939 alla Columbia University di New York (una delle università della Ivy League). Durante la seconda guerra mondiale lavorò presso il centro sperimentale avionico e navale di Filadelfia, insieme con i futuri scrittori di fantascienza Robert A. Heinlein e Lyon Sprague de Camp.

Dopo la guerra Asimov prese un dottorato in chimica alla Columbia University e poi si trasferì all’Università di Boston in Massachusetts, dove rimase e divenne professore di biochimica.

Nel 1941 pubblicò il suo primo grande successo come romanzo breve, “Notturno” (originale “Nightfall”).

Nel 1940 cominciò a scrivere le sue storie sui “Robot”, collezionate e pubblicate nel 1950 in “Io, Robot” (originale “I, Robot”).

Tra il 1942 e il 1949 scrisse le prime storie di quello che diverrà il ciclo della “Fondazione”, poi pubblicato come trilogia: “Cronache della galassia” nel 1951 (originale “Foundation”), “Il crollo della galassia centrale” nel 1952 (originale “Foundation and Empire“), e “L'altra faccia della spirale” nel 1953 (originale “Second Foundation”).

Il ciclo della Fondazione verrà integrato con due storie antecedenti e due successive rispetto al tempo della trilogia originale. Gli antecedenti sono: “Preludio alla Fondazione” del 1988 (originale “Prelude to Foundation”), “Fondazione Anno Zero” del 1993 (originale “Forward the Foundation”). I successivi: “L'orlo della Fondazione” del 1982 (originale “Foundation's Edge”) e “Fondazione e Terra del 1986 (originale “Foundation and Earth”).

Il ciclo dei Robot invece si comporrà dei racconti pubblicati in “Io, Robot” e altri raccolti pubblicati tutti insieme in “Tutti i miei Robot” del 1982 (originale “The complete Robot”), e dei successivi romanzi Abissi d'acciaio del 1954 (originale “The Caves of Steel“), “Il sole nudo” del 1957 (originale “The Naked Sun”), “I robot dell'alba” del 1983 (originale “The Robots of Dawn”) e “I robot e l'Impero” del 1985 (originale “Robots and Empire”).

Infine il ciclo dell’Impero sarà composto da una trilogia: “Il tiranno dei Mondi” del 1951 (originale “The Stars, Like Dust”), “Le correnti dello Spazio” del 1952 (originale “The Currents of Space”) e “Paria dei Cieli” del 1950 (originale “Pebble in the Sky”).

A parte i cicli celeberrimi, ci sono decine di romanzi di assoluto rilievo nell’ambito della fantascienza che I. Asimov ha pubblicato, e anche solo elencarli ci porterebbe lontano da una riflessione che possiamo già fare. Il futuro immaginato da Asimov era un futuro che seguiva la linea di un progresso tecnologico che avrebbe portato l’umanità a colonizzare pianeti e a confrontarsi con scenari evolutivi a livello sociale e civile molto estremi: Solaria con il delirio di una élite misantropa, o Aurora e poi Micogeno su Trantor con il fanatismo religioso di un gruppo di superstiti del primo pianeta colonizzato, o Gaia con l’estremo di un pianeta vivente come complesso interconnesso di tutti gli esseri, e così via … A questo si accompagna lo sviluppo dei Robot e delle intelligenze artificiali nei cervelli ‘positronici’.

Si può vedere nei robot di Asimov qualcosa che forse prende spunto dal mito ebraico del Golem, ma aggiunge una componente molto forte di antropomorfismo, immaginando di fatto una nuova specie di esseri viventi, creati dall’uomo ma in grado di superarlo. Nei suoi mondi la convivenza tra uomini e Robot, inizialmente condizionati dalle famose tre leggi della Robotica (sono una sua invenzione sia le tre leggi che il termine robotica), va verso un inevitabile predominio dei Robot che nella figura di R. Daneel Olivaw assumono capacità di manipolazione delle vicende umane paragonabili a quelle degli dei dell’antica Roma o Atene.

Le tre leggi della Robotica sono degli imperativi etici, che riecheggiano gli imperativi etici dei dieci comandamenti della Bibbia, e che vincolano questa nuova specie a una convivenza pacifica con gli uomini e anzi la confina nello stretto confine del ruolo di servitori. La legge zero formulata da R. Daneel Olivaw, è di fatto il superamento di quegli imperativi morali con uno più ampio e più permissivo nella sua adozione in circostanze particolari.

Le tre leggi della Robotica sono:

  1. Un robot non può ferire un essere umano o, a causa del suo mancato intervento, permettere che un essere umano subisca danni.

  2. Un robot deve obbedire agli ordini ricevuti dagli esseri umani a meno che essi non vadano in conflitto con la Prima legge.

  3. Un robot deve proteggere la sua esistenza fintanto che questo non vada in conflitto con la Prima e la Seconda legge.

La legge 0 maturata da R. Daneel Olivaw:

  1. Un robot non può danneggiare l’umanità, o, a causa del suo mancato intervento, permettere che l’umanità subisca danni.

Ovviamente il concetto di non nuocere all’umanità essendo questa un concetto astratto per la specie umana, di fatto apre alla possibilità che nuocere a degli uomini specifici possa essere poi comunque un vantaggio per l’umanità, e dunque lecito.

Negli ultimi tempi gli sviluppi della robotica, spesso, come immaginava Asimov, con l’uso per i robot di forme antropomorfe, sono stati sorprendenti e se li si considera insieme agli sviluppi dei sistemi di Intelligenza Artificiale, ecco che siamo al punto di inizio delle storie dei robot di Asimov.

L’esistenza della figura della psicologa dei robot Susan Calvin comincia a essere una prospettiva non remota, così come la necessità di vincolare le IA a comportamenti eticamente accettabili per gli uomini … qualcosa come le tre leggi della robotica.

In un’intervista del 1976 Asimov ebbe a dire che “Secondo la mia definizione, la Fantascienza è quel ramo della letteratura che ha a che fare con la risposta degli esseri umani ai cambiamenti a livello di scienza e tecnologia.”

Essendo uomo di scienza dunque Asimov aveva fatto lo sforzo di immaginare le sfide che la scienza e la tecnologia ci avrebbero messo di fronte, e possiamo dire che aveva fatto predizioni quasi profetiche.

Altro aspetto interessante delle sue speculazioni è la Psicostoria, ossia lo studio della ‘meccanica’ della storia umana nella sua evoluzione come sistema. Nell’intervista prima citata Asimov spiegava così la sua intuizione: “All'epoca in cui ho iniziato a scrivere queste storie, frequentavo il corso di chimica fisica a scuola e sapevo che, poiché le singole molecole di un gas si muovono in modo piuttosto irregolare e casuale, nessuno può prevedere la direzione del moto di una singola molecola in un dato momento. La casualità del loro moto si traduce al punto che è possibile prevedere il comportamento complessivo del gas con grande precisione, utilizzando le leggi dei gas. Sapevo che se si diminuisce il volume, la pressione aumenta; se si aumenta la temperatura, la pressione aumenta e il volume si espande. Sappiamo queste cose anche se non sappiamo come si comportano le singole molecole. Mi sembrava che, se avessimo avuto un impero galattico, ci sarebbero stati così tanti esseri umani – quintilioni – che forse si sarebbe potuto prevedere con estrema precisione il comportamento delle società, pur non potendolo prevedere come si sarebbero comportati gli individui che le componevano. Così, sullo sfondo dell'Impero Romano scritto a caratteri cubitali, ho inventato la scienza della Psicostoria. In tutta la trilogia, quindi, si incontrano le forze opposte del desiderio individuale e quella mano morta dell'inevitabilità sociale.”

L’idea non è nuova (basta pensare ai filosofi Hegel o Marx) ma è nuovo l’approccio, che vede un matematico, Hari Seldon, un matematico, come interprete della meccanica degli eventi umani, grazie allo sviluppo del suo modello matematico probabilistico. La forte predizione è quella dell’uso di strumenti algoritmici per predizioni sull’evoluzione di comunità umane, e di conseguenza, a mio parere, la capacità di influire in maniera efficace e mirata su di essa.

“Isaac Asimov” - https://www.britannica.com/biography/Isaac-Asimov

“Golem” - https://www.treccani.it/enciclopedia/golem/

“Robotica” - https://www.treccani.it/enciclopedia/robotica_(Enciclopedia-Italiana)/

 

Fantascienza e Fantasy: intrattenimento, ma non solo …

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Scritto da Massimo
Categoria: Libri e film
Pubblicato: 19 Aprile 2025
Visite: 10

Introduzione

Da sempre sono un appassionato di fantascienza e di fantasy, e da quando scoprii che le biblioteche comunali nel nostro paese erano gratuite, fatto essenziale per me che allora non avevo risorse economiche per cose al di fuori del necessario, ho letto tanti libri e tanti ne ho apprezzati. Allora incontrai un bibliotecario che era un uomo gentile ed appassionato di fantascienza, che mi indirizzò su autori che aveva molto apprezzato. La sua guida mi permise di andare quasi sempre “a colpo sicuro”. Ricordando questo cerco qui di restituire quanto ho ricevuto condividendo, per gli appassionati di fantascienza e fantasy, le mie esperienze di lettura.

Dune e Frank Herbert

Questo primo articolo sarà sulla saga e sull’autore che più di tutti mi hanno colpito, divenuto di recente famoso anche ai non appassionati per l’ottima realizzazione cinematografica del 2021, fatta dal regista canadese Denis Villeneuve. Cominciamo a parlare dell’autore, che dopo la lettura del primo libro della saga, ha destato la mia curiosità a suo tempo. Cominciamo anche con il dire che una trasposizione cinematografica di Dune era già stata realizzata da un giovane David Lynch nel 1984, e lì, tra gli attori, troviamo un giovane Sting, il famoso cantante. Peraltro, seppure molto lento nel ritmo, ricordo che trovai il film di D. Lynch piacevole e molto aderente al libro (il film di D. Villeneuve invece presenta delle particolari differenze con il libro a partire dal personaggio di Liet-Kynes che nel libro è un uomo ...). Frank Herbert, nacque a Tacoma (USA) nel 1920, in una famiglia tormentata da problemi di alcolismo, ebbe una vita piuttosto movimentata, tre matrimoni, una varietà di impieghi e professioni, e numerosi cambi di casa. Sperimentò inizialmente per errore droghe provenienti da funghi, in seguito ne fece uso nella convinzione che potenziassero le sue capacità psichiche. Ebbe contatti con il mondo della politica e i suoi intrighi. Fu tormentato tutta la vita da debiti, anche dopo aver raggiunto un grande successo di pubblico. S’innamorò dell’ecologia e dello studio degli ecosistemi, si appassionò a tematiche come la memoria genetica, e la percezione extra sensoriale. Conobbe e divenne amico dello scrittore di fantscienza Jack Vance. Si appassionò al libro di T.E. Lawrence, “I sette pilastri della saggezza". Insomma nella sua vità ci furono tanti elementi che fece confluire in modo straordinariamente coerente in quella saga, che gli diede la notorietà, Dune.

La saga di Dune si compone di sei libri scritti da Frank Herbert e di due (o uno in due parti) scritti da uno dei figli di F. Herbert, Brian Herbert, e da J. Anderson:

"Dune" (Dune, 1965) "Messia di Dune" (Dune Messiah, 1969) "I figli di Dune" (Children of Dune, 1977) "L'imperatore-dio di Dune" (God Emperor of Dune, 1981) "Gli eretici di Dune" (Heretics of Dune, 1984) "La rifondazione di Dune" (Chapterhouse Dune, 1985)

"I cacciatori di Dune" (di Brian Herbert, Kevin J. Anderson, Hunters of Dune, 2006) "I vermi della sabbia di Dune" ((di Brian Herbert, Kevin J. Anderson, Sandworms of Dune, 2007)

In questi libri ho trovato molti elementi interessanti, a partire dalle “Bene Gesserit”, una sorta di sorellanza che ha un peso straordinario lungo tutta la storia e che ha i connotati tipici delle società segrete, dei gruppi di potere guidati da una forte tensione verso il potere e il controllo, con la loro ricerca tramite incroci genetici di una figura maschile in grado di avere controllo sull’eredità genetica e in grado di vedere il futuro. Altro elemento affascinante è l’idea che prevedere il futuro, costringa il futuro stesso in una sorta di stagnazione mortale, togliendo di fatto alla vita l’imprevedibilità. Il sentiero dorato perseguito dall’imperatore Dio, alla fine è la via verso l’incertezza, verso l’imprevedibilità. Ho trovato appassionante la caratterizzazione dei personaggi, che risultano vividi come persone reali nella mia memoria, con la loro complessità psicologica e culturale. Interessante l’idea del “jihad Butleriano”, come suggestiva evoluzione della rivolta di Ned Ludd (Luddismo), e quanto mai di attualità ora che i sistemi di intelligenza artificiale promettono di far scomparire moltissime occupazioni ad oggi umane, e di condizionare pesantemente la vita delle nostre future generazioni.

Perchè leggere Dune, o meglio, chi potrebbe apprezzare secondo me Dune:

- Chi ama le storie di ampio respiro, articolate, ma con una precisa direzione ed evoluzione - Chi ama la coerenza narrativa di tutti gli elementi che fanno da supporto alla storia e alle vicende narrate - Chi si appassiona a tematiche sociali, civili, politiche e agli intrighi tipici delle lotte di potere e agli incontri o scontri di culture diverse - Chi apprezza l’idea della possibilità di espandere incredibilmente le capacità dell’uomo in direzioni anche molto diverse (i mentat, dal punto di vista della capacità di calcolo e di valutazione degli scenari anche con pochi dati a supporto, le Bene Gesserit, dal punto di vista del controllo del corpo anche a livello biologico microscopico, il “Kwisatz Haderach”, dal punto di vista della coscienza genetica, etc…) - Chiunque sia appassionato di fantascienza e voglia vedersi proiettato in un mondo fittizio, talmente accurato, da sembrare vero nella memoria.

"F. Herbert" - https://www.britannica.com/biography/Frank-Herbert

"Dune" - https://www.britannica.com/topic/Dune-by-Herbert

"T.E.Lawrence" - https://www.britannica.com/biography/T-E-Lawrence/Postwar-activities

Un uomo originale (NON E' RINO GAETANO :-))
Un uomo originale (NON E' RINO GAETANO :-))

Rino Gaetano

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Scritto da Massimo
Categoria: Musica
Pubblicato: 15 Maggio 2025
Visite: 4

Volevo parlare di questo cantautore italiano, morto giovanissimo, a 31 anni, e non di meno, vivo nella memoria di molte persone della sua generazione e anche di quelle successive.

Nato a Crotone nel 1950, ha vissuto e avviato la sua carriera di cantautore a Roma, dove peraltro conobbe altri cantautori come A. Venditti, F. De Gregori, R. Cocciante.

 

Di lui mi ha sempre colpito la mescolanza tra l’empatia, la carica emotiva che metteva nelle interpretazioni e il testo delle canzoni che spesso era costruito con il non senso come cardine, ed era pieno di rimandi a temi di rilevanza sociale e civile.

 

Sono disponibili numerosi racconti biografici e molte analisi della sua vita e del suo modo di scrivere testi e molte sono le interessanti interpretazioni delle sue vicende di vita alcune delle quali lo collocano al centro dell’attenzione di non meglio precisati poteri che ne avrebbero in qualche modo causato la morte (prima dell’incidente stradale mortale su via Nomentana, si racconta che gli capitò un episodio in cui un fuoristrada avrebbe provato a farlo uscire di strada, non riuscendo però a provocargli danni in quell’occasione).

L’ostilità mostrata nei suoi confronti dal giornalista Maurizio Costanzo in un confronto a tre con anche Susanna Agnelli, e anche da Gianni Boncompagni in un altra intervista, hanno contribuito a mettere in luce Rino Gaetano come persona scomoda per ‘il potere’ e i suoi vassalli.

Leggevo anche che in un concerto che tenne a Capocotta nel 1979, avrebbe detto:

 

“… C'è qualcuno che vuole mettermi il bavaglio! Io non li temo! Non ci riusciranno! Sento che, in futuro, le mie canzoni saranno cantate dalle prossime generazioni! Che, grazie alla comunicazione di massa, capiranno che cosa voglio dire questa sera! …”

 

Insomma ci sono gli ingredienti per destare la curiosità anche di chi magari non apprezza la sua musica, ma ama i misteri e le teorie di complotto.

 

La mia impressione personale è che Gaetano Salvatore Antonio, al secolo, Rino Gaetano, fosse un ragazzo pieno di vita, con tanta voglia di esprimere le sue impressioni con metodi comunicativi di rottura rispetto ai cantanti e ai cantautori della sua epoca, cosciente della sua originalità e comunque umile nonostante il suo gusto per l’irriverenza. Una persona empaticamente vicina agli emarginati, considerati come quelle persone al margine della vita sociale e civile senza un motivo sostanziale che lo possa spiegare se non giustificare.

 

Nel merito della sua attività musicale invece, al netto di singoli ed esperimenti isolati o inediti, si ha a che fare con solo sei dischi:

 

E io ci sto - 1980

E io ci sto

Ti ti ti ti

Ping pong

Michele ‘o pazzo è pazzo davvero

Metà Africa metà Europa

Jet-set

Sombrero

La donna mia / Scusa Mary

 

Resta vile maschio, dove vai? - 1979

Resta vile maschio, dove vai?

Nel letto di Lucia

Grazie a Dio, grazie a te

Io scriverò

Ahi Maria

Ma se c’è Dio

Anche questo è sud

Su e giù

 

Nuntereggae più - 1978

Nuntereggae più

Fabbricando case

Stoccolma

Gianna

E cantava le canzoni

Dans le château

Capofortuna

Cerco

Nuntereggae collection

 

 

Aida - 1977

Aida

Fontana chiara

Spendi spandi effendi

Sei ottavi

Escluso il cane

La festa di Maria

Rare tracce

Standard

OK papà

 

Mio fratello è figlio unico - 1976

Mio fratello è figlio unico

Sfiorivano le viole

Glu glu

Cogli la mia rosa d’amore

Berta filava

Rosita

Al compleanno della zia Rosina

La zappa il tridente il rastrello

 

Ingresso libero - 1974

Tu, Forse Non Essenzialmente Tu

Ad Esempio A Me Piace Il Sud

AD 4000 D.C.

A Khatmandu

Supponiamo Un Amore

E La Vecchia Salta Con L’Asta

Agapito Malteni Il Ferroviere

L’Operaio Della Fiat «La 1100»

I Tuoi Occhi Sono Pieni Di Sale

 

 

Ha interpretato la canzone “A mano a mano” di Riccardo Cocciante e poche altre di cui non era autore.

Quando mio figlio di nemmeno dieci anni, sentì le sue canzoni, lo ribattezzò ‘il signor Pazzo’, cogliendo secondo me un elemento essenziale di quel ragazzo: la sua estraneità alla normalità, ai canoni e ai modelli più utilizzati nella musica leggera.

 

 

“Biografia” - https://www.treccani.it/enciclopedia/rino-gaetano_(altro)/

“Festival di Sanremo” - https://www.teche.rai.it/2018/01/ritratti-rino-gaetano/

 

 

Cercare un senso

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Scritto da Massimo
Categoria: Riflessioni
Pubblicato: 29 Maggio 2025
Visite: 0

Cercare un senso

 

Quando un uomo riflette sul passato che lo ha preceduto e sul futuro che lo seguirà, può sentirsi smarrito. L’idea della sua assenza, della scomparsa del suo punto di vista potrebbe fargli sembrare il mondo un posto immaginario, forse addirittura inesistente, oppure freddo e distante, non curante delle assenze, ma solo delle presenze.

Esorcizzare questi pensieri e le sgradevoli sensazioni che l’accompagnano è quello che, a prescindere dalle intenzioni, fanno coloro che di sé lasciano traccia, con imprese, opere d’arte, scritti e invenzioni, condivisione di esperienze e saperi con i posteri, inclusa la procreazione.

Ma che accade davvero quando un uomo muore e lascia questo mondo?

Forse la sua anima raggiunge il creatore, forse smette di esistere e basta. La materia di cui siamo composti rimane comunque in circolo nell’universo e se questo abbia a o no un senso non lo sappiamo.

La tentazione di ridurre l’esistenza al piano del visibile o più in generale, del sensibile, c’è sempre, ed è la via più semplice per chi decide di credere solo a quello che vede o, appunto, sente.

Quello che ci potrebbe portare fuori da quella prospettiva sono le credenze religiose, le riflessioni filosofiche, la scoperta di un ordine che governa i fenomeni apparentemente casuali di questo nostro mondo, oppure eventi straordinari o intuizioni.

Il culto dei morti è il nostro modo di tenere concretamente nella nostra vita le persone che non ci sono più, e qualche volta magari è il modo di cercare una comunicazione con quello spazio infinito che è il prima e il dopo di noi. Quasi tutte le culture hanno elaborato rituali, più o meno complessi, dedicati alla morte, mettendo in luce la costante dell’importanza della morte nelle comunità umane.

D’altro canto a questa specificità del comportamento umano si contrappone la generalità del ciclo naturale di nascita, vita, generazione di figli e morte, che ci accomuna a tutte le specie animali e vegetali.

L’autocoscienza o la coscienza di sé sembra essere manifestamente presente oltre che in noi, anche in alcuni animali (scimmie, elefanti, delfini, orche …) o almeno sembra essere presente in alcuni aspetti pratici (test del riconoscimento allo specchio).

Di fatto tutti gli esseri viventi cercano di sopravvivere: per questo si nutrono, si proteggono da situazioni o esseri ostili, cercano di curarsi se hanno dei mali. Questo impulso a vivere, che accomuna uomini e animali, può forse indicare che la vita ha un valore in sé, anche quando la ragione vacilla.

I filosofi Aristotele, Platone, Kant, Hegel, Spinoza, Leibniz o gli scienziati/pensatori come Newton, Einstein hanno tentato di dare una visione e un’interpretazione del mondo fuori da sé, valida per tutti.

I mistici di tutte le religioni tentano la strada di una relazione con il divino o comunque con il trascendente.

Le persone comuni, per lo più occupate dal complesso di relazioni familiari, sociali e civili, delegano solitamente queste riflessioni a chi riflette per mestiere o quantomeno finge di farlo, come intellettuali, pensatori, persone influenti, autorità civili o religiose, personalità del mondo scientifico.

Il tema è complesso più che per la questione in sé, per la portata delle conseguenze che possono scaturire dall’assunzione di punti di vista estremi: se la vita finisce alla morte e nulla a essa sopravvive, cosa realmente dovrebbe spingere gli esseri viventi a cercare di vivere e di perpetuare la vita, quantomeno appena si arrivi a una sofferenza che renda penosa l’esistenza, anche solo momentaneamente. Se la vita continua dopo la morte, cosa ci dovrebbe trattenere dal cercare quel qualcosa, specialmente se le pene e gli affanni di questa vita ci portano infelicità?

Eppure per lo più scegliamo di vivere o anche, al limite, di sopravvivere. In questo senso, evitare di riflettere troppo su questi temi, ci lascia la libertà dell’incoscienza. Ovviamente, come ho detto, le grandi sofferenze mettono tutto in discussione e portano la necessità di prendere coscienza di sé e della propria vita nel senso più profondo per potere andare oltre.

Molti sono stati i tentativi di stabilire un percorso che conduca a una coscienza “superiore“.

Cosa accomuna la danza dei dervisci, la mistica sufi, gli esercizi spirituali dei Gesuiti e le pratiche meditative orientali? Tutte sono vie spirituali che cercano di coltivare una consapevolezza capace di trascendere o trasformare l'influsso immediato delle sensazioni, per arrivare a una forma più profonda di discernimento o unione con il divino. Forse alla fine “… Cercare l’Uno al di sopra del bene e del male”, come suggeriva Battiato, è un tentativo di ricondurre l’esperienza individuale entro un ordine più ampio, che dia coerenza al vivere e al morire.

 

 

“Ignàzio di Loyola” - https://www.treccani.it/enciclopedia/ignazio-di-loyola-santo/

“Sufismo” - https://www.treccani.it/enciclopedia/sufismo_(Dizionario-di-Storia)/

“Meditazione trascendentale” - https://www.britannica.com/topic/Transcendental-Meditation

“Mindfullness” - https://www.treccani.it/magazine/atlante/societa/Mindfulness_la_meditazione_buddista_diventa_psicoterapia.html

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