Isaac Asimov è uno degli scrittori di fantascienza più noti e più apprezzati, e negli ultimi anni alcune sue intuizioni sono diventate realtà dando alle sue opere un fascino rinnovato.

Nato in Russia a Petrovichi, paesino prossimo al confine con la Bielorussia, nel 1920, da due mugnai ebrei, all’età di tre anni si trasferì, al seguito della famiglia, negli USA, di cui divenne cittadino nel 1928. Non fu mai religioso, e si dichiarò sempre ateo e umanista, non essendo comunque stato educato dai suoi genitori alla religione ebraica, di cui ebbe comunque sempre curiosità.

Studiò e si laureò nel 1939 alla Columbia University di New York (una delle università della Ivy League). Durante la seconda guerra mondiale lavorò presso il centro sperimentale avionico e navale di Filadelfia, insieme con i futuri scrittori di fantascienza Robert A. Heinlein e Lyon Sprague de Camp.

Dopo la guerra Asimov prese un dottorato in chimica alla Columbia University e poi si trasferì all’Università di Boston in Massachusetts, dove rimase e divenne professore di biochimica.

Nel 1941 pubblicò il suo primo grande successo come romanzo breve, “Notturno” (originale “Nightfall”).

Nel 1940 cominciò a scrivere le sue storie sui “Robot”, collezionate e pubblicate nel 1950 in “Io, Robot” (originale “I, Robot”).

Tra il 1942 e il 1949 scrisse le prime storie di quello che diverrà il ciclo della “Fondazione”, poi pubblicato come trilogia: “Cronache della galassia” nel 1951 (originale “Foundation”), “Il crollo della galassia centrale” nel 1952 (originale “Foundation and Empire“), e “L'altra faccia della spirale” nel 1953 (originale “Second Foundation”).

Il ciclo della Fondazione verrà integrato con due storie antecedenti e due successive rispetto al tempo della trilogia originale. Gli antecedenti sono: “Preludio alla Fondazione” del 1988 (originale “Prelude to Foundation”), “Fondazione Anno Zero” del 1993 (originale “Forward the Foundation”). I successivi: “L'orlo della Fondazione” del 1982 (originale “Foundation's Edge”) e “Fondazione e Terra del 1986 (originale “Foundation and Earth”).

Il ciclo dei Robot invece si comporrà dei racconti pubblicati in “Io, Robot” e altri raccolti pubblicati tutti insieme in “Tutti i miei Robot” del 1982 (originale “The complete Robot”), e dei successivi romanzi Abissi d'acciaio del 1954 (originale “The Caves of Steel“), “Il sole nudo” del 1957 (originale “The Naked Sun”), “I robot dell'alba” del 1983 (originale “The Robots of Dawn”) e “I robot e l'Impero” del 1985 (originale “Robots and Empire”).

Infine il ciclo dell’Impero sarà composto da una trilogia: “Il tiranno dei Mondi” del 1951 (originale “The Stars, Like Dust”), “Le correnti dello Spazio” del 1952 (originale “The Currents of Space”) e “Paria dei Cieli” del 1950 (originale “Pebble in the Sky”).

A parte i cicli celeberrimi, ci sono decine di romanzi di assoluto rilievo nell’ambito della fantascienza che I. Asimov ha pubblicato, e anche solo elencarli ci porterebbe lontano da una riflessione che possiamo già fare. Il futuro immaginato da Asimov era un futuro che seguiva la linea di un progresso tecnologico che avrebbe portato l’umanità a colonizzare pianeti e a confrontarsi con scenari evolutivi a livello sociale e civile molto estremi: Solaria con il delirio di una élite misantropa, o Aurora e poi Micogeno su Trantor con il fanatismo religioso di un gruppo di superstiti del primo pianeta colonizzato, o Gaia con l’estremo di un pianeta vivente come complesso interconnesso di tutti gli esseri, e così via … A questo si accompagna lo sviluppo dei Robot e delle intelligenze artificiali nei cervelli ‘positronici’.

Si può vedere nei robot di Asimov qualcosa che forse prende spunto dal mito ebraico del Golem, ma aggiunge una componente molto forte di antropomorfismo, immaginando di fatto una nuova specie di esseri viventi, creati dall’uomo ma in grado di superarlo. Nei suoi mondi la convivenza tra uomini e Robot, inizialmente condizionati dalle famose tre leggi della Robotica (sono una sua invenzione sia le tre leggi che il termine robotica), va verso un inevitabile predominio dei Robot che nella figura di R. Daneel Olivaw assumono capacità di manipolazione delle vicende umane paragonabili a quelle degli dei dell’antica Roma o Atene.

Le tre leggi della Robotica sono degli imperativi etici, che riecheggiano gli imperativi etici dei dieci comandamenti della Bibbia, e che vincolano questa nuova specie a una convivenza pacifica con gli uomini e anzi la confina nello stretto confine del ruolo di servitori. La legge zero formulata da R. Daneel Olivaw, è di fatto il superamento di quegli imperativi morali con uno più ampio e più permissivo nella sua adozione in circostanze particolari.

Le tre leggi della Robotica sono:

  1. Un robot non può ferire un essere umano o, a causa del suo mancato intervento, permettere che un essere umano subisca danni.

  2. Un robot deve obbedire agli ordini ricevuti dagli esseri umani a meno che essi non vadano in conflitto con la Prima legge.

  3. Un robot deve proteggere la sua esistenza fintanto che questo non vada in conflitto con la Prima e la Seconda legge.

La legge 0 maturata da R. Daneel Olivaw:

  1. Un robot non può danneggiare l’umanità, o, a causa del suo mancato intervento, permettere che l’umanità subisca danni.

Ovviamente il concetto di non nuocere all’umanità essendo questa un concetto astratto per la specie umana, di fatto apre alla possibilità che nuocere a degli uomini specifici possa essere poi comunque un vantaggio per l’umanità, e dunque lecito.

Negli ultimi tempi gli sviluppi della robotica, spesso, come immaginava Asimov, con l’uso per i robot di forme antropomorfe, sono stati sorprendenti e se li si considera insieme agli sviluppi dei sistemi di Intelligenza Artificiale, ecco che siamo al punto di inizio delle storie dei robot di Asimov.

L’esistenza della figura della psicologa dei robot Susan Calvin comincia a essere una prospettiva non remota, così come la necessità di vincolare le IA a comportamenti eticamente accettabili per gli uomini … qualcosa come le tre leggi della robotica.

In un’intervista del 1976 Asimov ebbe a dire che “Secondo la mia definizione, la Fantascienza è quel ramo della letteratura che ha a che fare con la risposta degli esseri umani ai cambiamenti a livello di scienza e tecnologia.”

Essendo uomo di scienza dunque Asimov aveva fatto lo sforzo di immaginare le sfide che la scienza e la tecnologia ci avrebbero messo di fronte, e possiamo dire che aveva fatto predizioni quasi profetiche.

Altro aspetto interessante delle sue speculazioni è la Psicostoria, ossia lo studio della ‘meccanica’ della storia umana nella sua evoluzione come sistema. Nell’intervista prima citata Asimov spiegava così la sua intuizione: “All'epoca in cui ho iniziato a scrivere queste storie, frequentavo il corso di chimica fisica a scuola e sapevo che, poiché le singole molecole di un gas si muovono in modo piuttosto irregolare e casuale, nessuno può prevedere la direzione del moto di una singola molecola in un dato momento. La casualità del loro moto si traduce al punto che è possibile prevedere il comportamento complessivo del gas con grande precisione, utilizzando le leggi dei gas. Sapevo che se si diminuisce il volume, la pressione aumenta; se si aumenta la temperatura, la pressione aumenta e il volume si espande. Sappiamo queste cose anche se non sappiamo come si comportano le singole molecole. Mi sembrava che, se avessimo avuto un impero galattico, ci sarebbero stati così tanti esseri umani – quintilioni – che forse si sarebbe potuto prevedere con estrema precisione il comportamento delle società, pur non potendolo prevedere come si sarebbero comportati gli individui che le componevano. Così, sullo sfondo dell'Impero Romano scritto a caratteri cubitali, ho inventato la scienza della Psicostoria. In tutta la trilogia, quindi, si incontrano le forze opposte del desiderio individuale e quella mano morta dell'inevitabilità sociale.”

L’idea non è nuova (basta pensare ai filosofi Hegel o Marx) ma è nuovo l’approccio, che vede un matematico, Hari Seldon, un matematico, come interprete della meccanica degli eventi umani, grazie allo sviluppo del suo modello matematico probabilistico. La forte predizione è quella dell’uso di strumenti algoritmici per predizioni sull’evoluzione di comunità umane, e di conseguenza, a mio parere, la capacità di influire in maniera efficace e mirata su di essa.

“Isaac Asimov” - https://www.britannica.com/biography/Isaac-Asimov

“Golem” - https://www.treccani.it/enciclopedia/golem/

“Robotica” - https://www.treccani.it/enciclopedia/robotica_(Enciclopedia-Italiana)/