Immaginiamo di avere la capacità di un moderno sistema IA in grado di entrare nel volume occupato da un cervello umano.

Immaginiamo che venga costruito un androide di forma umana e con quel cervello artificiale. Immaginiamo che questo androide abbia una serie di sensori collegati al cervello, allo stesso modo in cui i nostri sensi sono connessi al nostro cervello.

Immaginiamo che sia dotato di una memoria che registra tutte le informazioni importanti, differenziata in una memoria a breve termine per il contesto in tempo reale, e una a lungo termine per le cose importanti da ricordare.

Immaginiamo infine che questo cervello artificiale abbia anche un meccanismo di aggiornamento della sua rete neurale in tempo reale sulla base dell’apprendimento continuo.

Queste caratteristiche immaginate non sono in realtà lontane dalle possibilità tecnologiche attuali:

 

Questo premesso, ci possiamo chiedere: un androide così fatto in cosa sarebbe diverso da un uomo? Al di là dei discorsi metafisici, che hanno una rilevanza indubitabile, mi riferisco però alla pratica della vita quotidiana: si potrebbe dire che non si tratta di un essere vivente se le sue caratteristiche ci spingono a vederlo come tale?

 

Proviamo a evidenziare le caratteristiche tipiche della vita per come la concepiamo. Generalmente sono considerate caratteristiche distintive della vita:

  • La reattività,

  • La crescita,

  • Il metabolismo,

  • La trasformazione dell'energia,

  • La riproduzione.

Analizzandole una alla volta:

 

La reattività: i sistemi autonomi finora realizzati mostrano già questa caratteristica, e gli LLM in particolare mostrano la capacità di reagire coerentemente a stimoli comunicativi specificatamente umani.

 

La crescita: questo aspetto a oggi non è applicabile alle macchine, concepite con una forma e un assetto definitivo al momento della loro creazione.

 

Il metabolismo: a oggi per un automa si tratta di utilizzare energia prodotta con le tecnologie disponibili, quella solare, quella degli accumulatori, etc …, quindi c’è la connessione diretta ad una sorgente energetica, anziché la trasformazione del cibo in energia.

 

La trasformazione dell'energia: questa caratteristica è riscontrabile negli automi come trasformazione di energia elettrica in energia cinetica e termica per esempio.

 

La riproduzione: a oggi sarebbe concepibile come la capacità di un androide di creare un proprio simile riproducendo il processo creativo con cui lui stesso è stato realizzato.

 

Possiamo aggiungere che ci sono anche aspetti più avanzati, caratteristici probabilmente delle forme di vita più evolute che possono essere valutati:

  • Le capacità cognitive

  • La coscienza di sé

Anche in questo caso possiamo valutarle:

 

Le capacità cognitive: un sistema IA moderno è in grado di articolare ragionamenti e pensieri complessi e di comprendere temi culturalmente valutabili come argomenti di livello universitario.

 

La coscienza di sé: la memoria, il confinamento in un corpo fisico anziché nel cloud, e la capacità di apprendere in tempo reale potrebbe dare a un androide quello che serve per sviluppare un’identità in termini fisici e di esperienze personali.

 

Non appare dunque del tutto infondata l’idea che stiamo andando verso un’epoca in cui la vita artificiale sarà un tema perlomeno da affrontare.

Si possono immaginare molti scenari di strategie di governo di questi sistemi e della loro interazione con il nostro mondo nell’eventualità dello sviluppo immaginato:

 

  • Scenario Asimov: prendo spunto dalle leggi della robotica di Asimov, per ipotizzare una situazione in cui i costruttori di questi futuri automi scelgano o siano forzati a inserire degli imperativi etici in modo indelebile e immodificabile nel cervello degli androidi

  • Scenario Skynet: prendo spunto questa volta dal film Terminator per ipotizzare il caso in cui si lasci l’androide libero di sviluppare sé stesso semplicemente dalle esperienze

  • Scenario Goldrake: con ovvio riferimento all’anime giapponese del robot guidato da un alieno, mi riferisco all’ipotesi in cui l’androide agisca solo su comando, senza essere dotato di autonomia

 

Se sono scenari possibili, ho la convinzione (come si dice nell’ambito della Fisica) che si realizzeranno, potenzialmente anche tutti e tre.

Non a caso di etica delle IA si è occupata l’Unesco (agenzia ONU: United Nations Educational, Scientific and Cultural Organization): (https://unesdoc.unesco.org/ark:/48223/pf0000381137) , di rischio legato ai sistemi di IA hanno parlato esperti del settore (https://safe.ai/work/statement-on-ai-risk), e sono già stati prodotti automi che compiono solo lavori assegnati.

 

Ripensare al nostro mondo, immaginandolo popolato da altri esseri intelligenti e valutare tutti gli scenari, anche i più estremi potrebbe essere un modo di prendere coscienza di quello che stiamo realizzando e magari di evitare i percorsi più pericolosi.

Come non ci si è fermati nella produzione di armi e centrali nucleari nonostante i pericoli, parimenti, credo, non ci si fermerà nella produzione di sistemi IA sempre più evoluti.

Di recente il governo USA ha stipulato un contratto con E. Musk per l’uso del suo sistema di IA, Grok (https://www.cbsnews.com/news/grok-elon-musk-xai-pentagon-contract/). Il governo cinese sta investendo somme enormi in questa lotta per la supremazia tecnologica nel settore IA (https://www.innovationpost.it/attualita/la-cina-punta-su-robotica-ai-e-alta-tecnologia-al-via-un-fondo-che-mobilitera-investimenti-per-oltre-130-miliardi-di-dollari/).

Se non è possibile arginare quest’onda, è forse possibile sviluppare la coscienza di cosa stia avvenendo in modo da anticipare almeno in parte i pericoli a cui saremo esposti. Al contempo conservando la fiducia che, come per la moratoria sull’uso e la produzione delle armi nucleari, mai usate a oggi al di fuori del primo tragico esperimento degli USA, l’uso delle IA a scopo ostile possa essere gestito in modo da non degenerare in un pericolo esiziale.